L’autocontrollo glicemico
Come ormai risaputo il diabete Mellito è una malattia cronica e come tale,dunque, destinata ad accompagnare la persona affetta per il resto della vita. Come se non bastasse parliamo di una patologia in continua espansione: nel 2025 il diabete interesserà oltre trecento milioni di individui nel mondo intero; è tra le dieci maggiori cause di morte nei paesi industrializzati; ed i costi globali per le persone affette da Diabete sono in media 2,5 volte più alti rispetto a quelli senza diabete. La premessa sembra confortante……però in effetti i dati sono allarmanti e per farvi fronte occorre puntare su un team diabetologico che sia in grado,con un lavoro sinergico e con un linguaggio comune a tutte le figure che lo compongono,di creare un paziente consapevole e soprattutto competente. Si parte dall’autocontrollo glicemico domiciliare vero e proprio strumento terapeutico. Il termine autocontrollo viene riferito al monitoraggio della glicemia capillare ed
all’interpretazione dei risultati glicemici e conseguenti interventi terapeutici volti a migliorarli
che le persone con diabete devono essere educate a effettuare, in collaborazione con il personale
sanitario; si tratta di una pratica indispensabile che fornisce, tanto al paziente quanto alla sua famiglia, gli strumenti adatti per:
− conseguire un adeguato compenso metabolico
− prevenire o rallentare l’insorgenza delle complicanze acute (chetoacidosi e ipoglicemia)
− prevenire o rallentare l’insorgenza delle complicanze croniche (retinopatia, nefropatia, micro e macro angiopatie.
Rappresenta, inoltre, la modalità più efficace per il controllo
dell’iperglicemia post-prandiale e, quindi, per l’adozione della terapia più appropriata e
personalizzata del singolo paziente. Si comprende bene come l’autocontrollo non sia soltanto uno strumento per il monitoraggio quanto invece parte integrante di un programma di educazione terapeutica e, per questo, deve essere ben strutturato. L’educazione all’autocontrollo prevede le tre famose domande: come,quando e perché.
Come
La misurazione dei livelli di glucosio avviene con l’ausilio di piccoli apparecchi elettronici, i glucometri, che analizzano in breve tempo i valori glicemici su di un piccolo campione di sangue. Sarà compito dell’infermiere insegnare al paziente la corretta tecnica di puntura del polpastrello e l’importanza di trascrivere i risultati sul diario annotando sempre la motivazione di un valore fuori target attraverso una attenta ed educata interpretazione.
Quando
La frequenza dei controlli glicemici deve essere determinata su base individuale tenendo conto del
tipo di diabete e della terapia in atto proprio per poter intervenire su di essa. Il momento in cui la glicemia viene determinata, infatti, è importante: quelle dopo pranzo, dopo
cena e al momento di coricarsi correlano di più con i livelli di HbA1c rispetto a quelle effettuate a digiuno,oltre e a dare conferma o meno della validità della terapia farmacologica, alimentare e motoria; La misurazione della
glicemia post-prandiale va effettuata tra i 60 e 120 minuti dall’inizio del pasto ; il team di
cura stabilirà l’intervallo più idoneo in relazione al quadro clinico del singolo paziente e agli
obiettivi di trattamento da perseguire. Le determinazioni notturne, insieme a quelle eseguite nel corso della giornata, quando
sufficientemente numerose, aiutano a ripristinare la soglia di sensibilità all’ipoglicemia nei pazienti
con ipoglicemia asintomatica ;
Perché
Alla luce di quanto già detto il perché dell’autocontrollo glicemico diventa comprensibile a tutti. Esso è parte integrante nella cura della malattia e mira,insieme ad una combinazione di strategie quali:la terapia farmacologica individuale, una corretta alimentazione e una costante terapia motoria a proteggere il paziente dalle temute complicanze.
Componenti per il successo
dell’autocontrollo
- Motivazione
- Indicazioni semplici e chiare fornite attraverso
un efficace educazione
- Accuratezza
- Glucometri che con immediatezza fornisco
dati necessari alla decisione terapeutica per
una analisi efficace.
“A parità di tutti gli altri fattori, un diabetico
che conosce di più la propria malattia, vive più a
lungo”
Elliott P.Joslin,1947
I.P. Giusy Iacopino (Equipe Diabaino)