Diabete Mellito e Programma Alimentare

L’importanza della terapia dietetica nel mantenimento dell’equilibrio metabolico del diabete mellito e nella prevenzione delle complicanze a lungo termine della malattia stessa è ormai un fatto acclarato.
Inoltre  il fatto che  tra gli obiettivi del Ministero della Salute ci sia  la corretta alimentazione in generale e nel diabete mellito in particolare ha indotto l’Associazione Medici Diabetologi e l’Associazione Italina di Dietetica e Nutrizione Clinica ad istituire un gruppo di studio misto su Nutrizione e Diabete con il compito di produrre raccomandazioni dietetiche e valutare la terapia nutrizionale in vari momenti della vita del diabetico (come per es. la gravidanza) ed in presenza di patologie associate in cui la terapia medica nutrizionale è fondamentale( ad es. la celiachia).

Le raccomandazioni sono state prodotte e già pubblicate su varie riviste ( tra cui ADI MAGAZINE), sono presenti sul sito ufficiale della ASSOCIAZIONE MEDICI DIABETOLOGI www.aemmedi.it  e possono essere richieste in formato pdf all’indirizzo e mail gpipicelli@tin.it

Il passaggio successivo sarà quello di modulare tali raccomandazioni inserendole nella gestione quotidiana del paziente rendendole così un ausilio fondamentale nella gestione del diabete mellito senza stravolgerne, comunque , le abitudini giornaliere.

La terapia dietetica , o meglio un corretto programma di educazione alimentare , ha tanto più importanza considerando l’enorme numero dei pazienti diabetici in soprappeso o francamente obesi che quotidianamente vengono seguiti presso i Servizi di Diabetologia .

D’altro canto i Servizi stessi si devono adeguare con la presenza di una dietista che si dedichi completamente all’aspetto dietetico dedicando tempo all’analisi alimentare ed alla correzione delle abitudini alimentari prima che alla prescrizione di una dieta ,utile di per sé stessa ma che mal potrebbe essere seguita dl paziente se non viene abbinata ad un programma completo di correzione alimentare che comprenda anche una educazione fisica adeguata ed appropriata personalizzata per il tipo di paziente , la sua età, le sue condizioni fisiche e le patologie associate.
Nella nostra esperienza con popolazione anziana l’esercizio fisico comunemente consigliato sono passeggiate a ritmo medio lento di massimo un’ora quotidiana o, in alternativa , esercizi in casa con ausilio di cyclette ad andatura moderata e non superiori a 30’ al giorno.

D’altro  canto sono noti gli studi in cui l’abbinamento di un programma dietetico con quello fisico produce un significativo miglioramento dell’equilibrio glicometabolico  rispetto al solo programma dietetico.

Programma dietetico ,dunque, e non dieta prescrittiva se vogliamo ottenere un reale miglioramento della malattia diabetica. Il programma dietetico si compone essenzialmente dei seguenti momenti:

1- analisi alimentare per valutare gli errori di comportamento alimentare ed individuare con precisione l’introito qualitativo e quantitativo di alimenti giornalieri
2- analisi socioeconomica per poter indirizzare la dieta verso alimenti che siano alla portata economica del paziente
3- analisi del dispendio energetico del paziente per impostare un corretto bilanciamento tra le entrate e le uscite
4- Impostazione di un programma dietetico che tenga conto delle variabili sopra esposte.

Per quanto riguarda il programma dietetico la nostra esperienza ci ha insegnato che la metodica della dieta prescrittiva non raggiunge spesso lo scopo in quanto il paziente ha un ruolo passivo e pertanto non si sente coinvolto nel obiettivo terapeutico che ci si propone.

La metodica della dieta non prescrittiva invece rende il paziente soggetto attivo del suo programma , lo discute, lo contratta con l’operatore sanitario e impara a modificarlo in relazione ai vari momenti e alle varie occasioni.
Si arriva all’ACCETTAZIONE ATTIVA della malattia diabetica e di solito si associa all’abilità nel modificare anche la terapia insulinica.
In tal senso un  progetto molto importante è quello legato al counting dei carboidrati , metodica che consente di adeguare il fabbisogno insulinico all’introito dei carboidrati nella dieta.
Questo progetto è in corso in tutta Italia a cura dell’Associazione Medici Diabetologi con risultati molto incoraggianti.
Nella dieta non prescrittiva si dà molto spazio al colloquio e poco allo scritto con il naturale coinvolgimento del paziente. Per tale motivo un programma basato sulla dieta non prescrittiva deve prevedere controlli continui e personale dedicato.
E’ impensabile un tale tipo di programma in servizi che non dispongano di personale dedicato.

Ecco in dettaglio come abbiamo impostato il nostro programma alimentare:

Il primo approccio con il paziente è lo studio delle abitudini alimentari e dei  gusti personali, attraverso la compilazione di 3 questionari di tipo interrogatorio ma abilmente condotto in modo da creare una interazione con il paziente , un rapporto di fiducia che permette all’ operatore  un approfondimento dell’ indagine maggiore senza punti oscuri.

1)Con  il primo questionario  si acquisiscono :
– La situazione sociale , economica .
– La composizione della famiglia.
– Tipo di occupazione.
     2) Con il secondo questionario  si hanno i seguenti dati :
     –     I consumi alimentari  individuali , giornalieri e settimanali.
     –     La valutazione quantitativa dei consumi.
   –    La frequenza di consumo
– La descrizione delle ricette e dei menù.
– I metodi di cottura.
– Indicazione dei tipi di oli o di grassi utilizzati.
– L’ utilizzazione di cibi freschi o conservati.
– L’ utilizzazione di cibi raffinati o integrali.
– La conservazione degli alimenti acquistati.
–  Il rilevamento delle abitudini alimentari per scoprire ignoranza,
errori , pregiudizi , indifferenza .
I rilevamenti dei consumi alimentari danno  informazioni sull’apporto di nutrienti  (eccessivo , insufficiente o sbilanciato).

     3) Con  il terzo questionario  si acquisiscono :
     
– La frequenza dei pasti fuori casa.
– Il cibo consumato .
– L’ ora del pasto .
– Il luogo .
– La quantità.

 

IL secondo approccio è lo studio dei dati acquisiti che ci danno la conoscenza della introduzione calorica e del consumo calorico , e Il valore biologico della dieta , la  presenza di fattori interferenti e gli effetti  dei trattamenti sugli alimenti.
Terza approccio è il  rilevamento :
– ETA’
– Peso , Altezza , BMI .
– Rilevazione dei dati antropometrici .
– Impedenziometria.
– Valori metabolici .
Quarta fase compilazione di una correzione alimentare personalizzata , costruita con il paziente.

DA QUESTO  MOMENTO INIZIA   UN LAVORO DI EDUCAZIONE
E INSEGNAMENTO DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA ALIMENTAZIONE.

• La dieta non significa morire di fame o seguire una alimentazione monotona ma mangiare sano e in modo variato.
•  Miglioramento delle abitudini alimentari .
• Frazionamento dei pasti .
• Importanza della prima colazione .
• Importanza della verdura  , dei legumi e della frutta .
• Controllo delle bevande alcoliche e delle bevande zuccherate.
• Importanza dell’ acqua .
• Importanza della scelta dei cibi .
• Importanza della lettura dell’ etichette alimentari che danno informazioni sulla quantità dei nutrienti che sulla qualità.
• Educazione merceologica e nutrizionale di ogni singolo alimento base.
• Rivalutazione delle proprietà naturali di ogni singolo alimento.
• Rivalutazione del gusto e del piacere sensoriale di sentire i sapori   originali delle pietanze.
      Si consiglia  inoltre di praticare attività fisica in modo regolare e personalizzato,
perché aiuta a vivere più a lungo , migliora l’ aspetto ,è divertente , elimina
lo stress e la depressione e aumenta l’ autostima ,controlla il peso.

 

Gli incontri con i pazienti sono settimanali o quindicinali, singoli o di gruppo omogeneo .
Sono così strutturati :
Controlli dietoterapici ( diario , recall delle 24 ore ).
Controlli antropometrici .
Variazioni della dieta al bisogno, con utilizzazioni di schemi dietetici aperti  ed elastici.
Supporto e rinforzo delle motivazioni e delle adesioni alla correzione alimentare.
PER OTTENERE  DEI MIGLIORAMENTI DA QUESTI INCONTRI
CI DEVE ESSERE :
1) Motivazione  .
2) Costanza .
3) Feeling con il paziente.
4) Sostegno.
 
Inoltre bisogna:
5) Non avere fretta di cambiare in modo brusco le loro abitudini.
6) Andare incontro con piccoli compromessi , ma rimanere rigidi con un sorriso.
7) Non giudicare il paziente.
8) Gratificare .
9) Interrompere circoli viziosi e pericolosi.
10)Instaurare EMPATIA con il paziente per avere un risultato positivo in un programma di educazione alimentare.

In questo processo ci sono anche comunque limiti che è importante conoscere per poter ovviare e indirizzare il programma tenendo conto degli stessi.

I limiti possono essere i seguenti:

• Mancanza di team specialistici ben affiatati.
• Difficoltà nel cambiare le proprie abitudini alimentari per motivi personali , culturali , economici e sociali .
• Mancanza di motivazioni ( sul lavoro o familiari o altro).
• Mancanza di costanza e di  pazienza.
• Motivazioni legate al lavoro o allo studio .
• Mancanza di feeling con il paziente.
Insomma perché non è stato considerato bene lo stato psicologico o metabolico del paziente.
 
Questa nostra esperienza è sicuramente perfettibile ma è un punto di partenza molto utile per impostare un programma complessivo di gestione corretta della malattia diabetica dove alimentazione, attività fisica, autogestione e terapia farmacologica si sinergizzano al fine di una gestione corretta del diabete mellito con il duplice risultato di un controllo metabolico corretto e di una prevenzione delle complicanze classiche della malattia diabetica.

Cervello sano, intestino sano ,bisogna rieducare tutte due per stare bene (detto cinese) .

Dott. Giuseppe Pipicelli –  Dott. Mary Pascale