Cresce numero diabetici ma Italia resta paese top su cure
Libero 5 Maggio 2016
Il numero di persone che soffrono di diabete nel nostro paese è destinato ad aumentare nei prossimi 20-30 anni e di conseguenza, i costi di assistenza sanitaria. Lo denunciano le due societa’ scientifiche italiane di diabetologia (Sid e Amd), spiegando che si e’ passati da meno di 2 milioni a quasi 4 milioni di malati, con costi inerenti alla loro assistenza sanitaria attualmente stimabili in 15 miliardi di euro all’anno. La situazione pero’ non e’ cosi’ cupa come puo’ sembrare, perche’ gli italiani con diabete, pur avendo delle cifre in crescita, sono in un certo senso dei privilegiati, poiché vivono in un Paese dove il livello medio di “compenso glicemico” è migliore rispetto a quello degli altri paesi occidentali e l’incidenza di complicanze croniche, il tasso di ricoveri per complicanze acute, così come l’eccesso di mortalità sono tra i più bassi al mondo. “Risultati che ci rendono orgogliosi – afferma Enzo Bonora, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) – e che sono attribuibili ad una rete capillare di centri specialistici per la cura del diabete che non ha eguali al mondo e che rappresenta l’elemento fondante del ‘Piano Nazionale per la Malattia Diabetica’ varato nel 2013 dal Ministero della Salute e dalla Conferenza Stato Regioni”. Non sorprendono dunque risultati di questa portata, anche visti i precedenti vantati dal nostro paese: quando nel mondo ancora non si parlava di diabete come della pandemia del terzo millennio e i suoi numeri erano ben lontani da quelli di oggi l’Italia, prima nel mondo, ne riconosceva la portata sociale con la legge 115 del 1987 che stabiliva tra l’altro proprio il ruolo chiave dei centri diabetologici. Alla luce di questo quadro, i diabetologi italiani, quelli della Società Italiana di Diabetologia unitamente a quelli dell’Associazione Medici Diabetologi, hanno messo nero su bianco 10 ‘impegni’ per fa sì che in futuro la qualità dell’assistenza diabetologica italiana continui a mantenere la sua leadership mondiale. Una ‘ricetta’ che vede tra i suoi punti fermi l’educazione della persona con diabete, con la dovuta sottolineatura all’importanza dell’auto-monitoraggio, l’appropriatezza nella prescrizione degli esami diagnostici e delle terapie anti-iperglicemizzanti ma anche la prevenzione dell’ipoglicemia e l’attenzione alla salute del piede.