Diabete, meno episodi di ipoglicemia con insulina di nuova generazione

Sono stati presentati all’XI edizione dell’International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes (ATTD) che si è tenuto a Vienna dal 14 al 17 febbraio scorso i risultati di nuovi studi basati sulla pratica clinica quotidiana che hanno dimostrato che insulina glargine 300 Unità/ml ha ridotto significativamente l’incidenza di eventi di ipoglicemia grave rispetto alle insuline ad azione prolungata, insulina glargine 100 Unità/ml e insulina detemir.

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Diabete giovanile, spray all’insulina al posto delle iniezioni

Un’inalazione al posto di un’iniezione: potrebbe essere questo il nuovo traguardo raggiunto da un gruppo di ricercatori britannici della University of Sunderland per tenere sotto controllo il diabete di tipo 1, detto anche «insulino-dipendente». Niente più dolore dovuto alla somministrazione dell’insulina, sostituito da un’innocuo spray nasale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Biomaterials Science

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Per «compensare» qualche peccato di gola mettete più legumi in tavola

Se volete mangiare sano (e magari “compensare” qualche peccato di gola di troppo) ricordatevi dei legumi. E tra i tanti puntate sui ceci ai quali sono stati recentemente dedicati diversi studi e che, per versatilità e sapore, si prestano a essere usati in una varietà di modi, graditi anche ai bambini. In una delle ricerche su questi legumi, pubblicata sulla rivista Nutrients…

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Diabete. Ecco gli esami periodici da fare consigliati dagli esperti

La Sid (Società Italiana di Diabetologia),ha deciso di redigere un position statement sull’appropriatezza delle prescrizioni degli esami strumentali alle persone con diabete, principalmente in relazione alla diagnosi, allo screening e al monitoraggio delle complicanze diabetiche. L’obiettivo è fornire raccomandazioni solide, sostenute da prove scientifiche e dirette ai diabetologi, agli specialisti di altre discipline e ai medici di famiglia.

Ecco gli esami consigliati e la relativa frequenza

Esame Strumentale Frequenza Consigliata
ECG a riposo Annuale
Ecocardiografia color-doppler trans-toracica a riposo – Entro 3 anni dalla diagnosi di diabete tipo 2
– Nei diabetici tipo 1 di età >40 anni
Screening nefropatiadiabetica:
– Biopsia renale
– Ecografia e color-doppler
– eGFR<60ml/min/1.73m2
– proteinuria in range nefrosico o riduzione della funzione renale in assenza di retinopatia diabetica
– proteinuria in range nefrosico o riduzione della funzione renale in soggetti con durata del diabete inferiore a 5 anni
– ematuria (microscopica) isolata o presenza di sedimento urinario attivo
– insufficienza renale acuta
– indagini ripetute per la valutazione morfologica della nefropatia diabetica.
Screening della polineuropatia sensitivo-motoria
Screening della neuropatia autonomica cardiovascolare CAN
– Alla diagnosi di diabete tipo 2
– Dopo 5 anni dalla diagnosi di diabete tipo 1
successivamente annuale
Screening Disfunzione erettile – Alla diagnosi di diabete tipo 2 e poi annualmente
– Dopo 10 anni dalla diagnosi di diabete tipo 1
Screening retinopatia diabetica (1. Oftalmoscopia diretta e/o indiretta; 2. Biomicroscopia mediante lampada a fessura con lenti sia a contatto che non; 3. Retinografia) – Alla diagnosi di diabete tipo 2
– Dopo 5 anni dalla diagnosi di diabete tipo 1
– Successivamente, in assenza di retinopatia, ogni 2 anni

fonte http://www.sidItalia.it

La cura e la prevenzione del diabete di tipo II

(tratto da corriere.it)

Il dottor Lorenzo Piemonti, direttore del Centro di ricerca sul diabete presso l’ospedale San Raffaele di Milano, ci spiega come viene affrontata oggi questa patologia.

BluCon: dì addio alla scansione di FreeStyle Libre per ottenere le letture glicemiche.

BluCon è il nuovo dispositivo che permette di trasformare il FreeStyle Libre in un vero e proprio CGM. Si deve semplicemente appoggiare a Libre e, via bluetooth, trasmetterà ogni cinque minuti le glicemie allo smartphone, leggibili attraverso l’apposita app LinkBluCon.

È disponibile in due versioni:

Trans Am

  • Impermeabile;
  • si attacca direttamente al sensore Libre;
  • utilizzabile con un solo sensore.

Nightrider

  • Riutilizzabile con batteria sostituibile;

  • non impermeabile;

  • necessita di una fascia o un nastro per attaccarlo al sensore Libre.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale Ambrosia

Interazione tra diabete e tumori

 

(tratto da Diabete.com)

“L’endocrinologia oncologica è una disciplina medica che studia i tumori che si sviluppano nel sistema endocrino come ad esempio il tumore della tiroide, molto comune, e il più raro tumore neuroendocrino del pancreas che causa una prevalenza di diabete significativamente più elevata rispetto alla popolazione generale.”

 

L’incidenza dei tumori neuroendocrini

tumori neuroendocrini sono relativamente rari: presentano 2.500-2.700 nuovi casi all’anno e rappresentano meno dello 0,5% di tutti i tumori maligni. Sono più comuni tra gli adulti e gli anziani anche se possono essere diagnosticati anche in bambini e adolescenti. I più frequenti sono quelli che interessano il tratto gastroenteropancreatico (60-70%), seguono quelli che colpiscono i polmoni apparato respiratorio (20-30%) e altre regioni del corpo come cutetiroideparatiroidesurreni (10%).

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La Diabaino compie 18 anni!

18 anni fa come oggi. Era il 30 dicembre 1999 quando circa 20 persone decisero di dar vita a una associazione che curasse gli interessi delle persone con diabete ma soprattutto che lavorasse per migliorare la vita del paziente.

Quel giorno nacque la Diabaino Vip-vip dello Stretto, affiliata FAND. E da quel giorno si iniziò a distinguere il diabetico, soggetto con la patologia ma incapace di gestirla perché senza conoscenza, dalla persona con diabete, ovvero quella che attraverso la conoscenza ha imparato a vivere bene con il diabete impedendogli di diventare una terribile patologia.

In questi 18 anni, la Diabaino è cresciuta, ha esplorato nuovi territori scientifici, ha fatto formazione e informazione, appoggiato la ricerca, cercato di diffondere la conoscenza. Perché la conoscenza rende liberi.

Durante questo cammino, nel microcosmo Diabanino hanno gravitato centinaia di persone, dall’esimio dottore al semplice cittadino, capaci di tenersi per mano e donare all’altro nella gratuità, creando quello spirito di squadra che ha permesso all’associazione di solcare senza timore anche i mari in tempesta, fino a ritrovare la tranquillità nel sereno zefiro marino dello Stretto.

Oggi, dunque, la Diabaino diventa maggiorenne, un traguardo enorme, perchè in una società che tende a disgregare, la Diabaino unisce. E adesso, acquisita la certificazione di maturità, si navigherà verso nuovi orizzonti, con la certezza di avere sempre tutti voi al suo fianco, pronti a soffiare sulle nostre vele alla conquista della libertà di vivere con il diabete.

AUGURI!

Il premio “L’Ulivo d’Argento” Kiwanis 2017 alla Diabaino!

Dopo anni di impegno e dedizione, l’associazione Diabaino Vip-vip dello Stretto è stata insignita con il premio “L’ulivo d’argento” del Kiwanis, riservato a persone o associazioni distintesi nel corso dell’anno per aver operato concretamente a favore dei bambini.

La consegna è avvenuta in occasione della XXVIII Giornata Mondiale per l’infanzia e l’adolescenza, organizzata dallo stesso Kiwanis Divisione 13 Calabria Mediterranea presso la sala Calipari di Palazzo Campanella.

Dopo i saluti istituzionali del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Calabria, Antonio Marziale, arriva il momento della premiazione.

La Dott.ssa Mariantonella Ferraro, Responsabile Scientifico della Diabaino, ha ringraziato il Kiwanis per aver scelto l’associazione, meritevole in modo particolare per aver avviato il progetto “Dottor Dog”, ovvero l’addestramento di cani d’allerta diabete, capaci di avvertire con anticipo gli sbalzi di glicemia nelle persone con Diabete, specialmente dedicato a bambini ed adolescenti che frequentano la scuola.

L’emozione è tanta e, simbolicamente, l’Ulivo d’argento viene consegnato dal luogotenente Francesco Garaffa e dal past luogotenente Giuseppe Luciano nelle mani di Daniele, cresciuto tra le braccia sicure della Diabaino. Accanto a lui, la dott.ssa Ferraro, il presidente dott.ssa Gabriella Violi, il dott. Alessio Rosato e l’avv. Annarita Galletta. Perché la Diabaino è formata da tanti cuori ma un unico battito. Il battito della vita.

La forma a mela, che è scritta nei geni, aumenta il rischio di diabete

Il girovita abbondante è determinato da alcuni geni e l’accumulo di grasso addominale, indipendentemente da fattori legati allo stile di vita, aumenta molto il rischio di malattie cardiometaboliche.                                                                                                                                                                 Il grasso attorno alla pancia è quello che fa più male, su questo ormai ci sono pochi dubbi. Ora si scopre che esiste una predisposizione genetica all’accumulo di ciccia proprio sul girovita e che il rapporto vita/fianchi è uno degli elementi che maggiormente predice il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari in generale: lo dimostra una ricerca pubblicata su JAMA, secondo cui alcune varianti genetiche favoriscono l’accumulo di grasso nella tipica forma “a mela”, spianando la strada poi a svariate malattie.

Lo studio                                                                                                                                                                                                                                                             Sekar Kathiresan, direttore del Massachusetts General Hospital Center for Genomic Medicine, spiega: «La distribuzione del grasso corporeo varia molto fra le persone e l’adiposità addominale è stata associata a malattie cardiometaboliche, ma non era noto finora se questa fosse una causa diretta delle patologie. In altri termini, non sapevamo con certezza se altri fattori dello stile di vita, dal fumo alla dieta, potessero incidere sulla comparsa di diabete e malattie cardiovascolari in maniera più diretta rispetto alla forma “a mela”. Abbiamo perciò voluto capire se proprio la forma del corpo, indipendentemente da altre variabili, sia associata al rischio: essendo questa “governata” da un gruppo di geni, abbiamo quindi valutato se la predisposizione genetica all’accumulo di grasso addominale incrementi la probabilità di diabete e malattie cardiovascolari. E la risposta è un deciso sì». Per arrivarci i ricercatori hanno applicato un approccio genetico mendeliano, misurando se varianti genetiche ereditarie siano responsabili della comparsa di malattie.

Dati da oltre 400 mila persone

Kathiresan ha scelto 48 varianti genetiche associate al rapporto vita/fianchi aggiustato per l’indice di massa corporea, che è un indice dell’adiposità addominale, e ha sviluppato un algoritmo di rischio genetico per poi applicarlo ai dati di oltre 400mila individui partecipanti a studi di genomica o i cui dati sono conservati nella UK Biobank. In questo modo ha potuto valutare l’associazione fra la predisposizione genetica ad accumulare grasso sulla pancia nella tipica forma a mela e il rischio cardiometabolico: i risultati indicano chiaramente che non c’è correlazione fra la genetica e i fattori legati allo stile di vita, mentre c’è un chiaro legame fra la predisposizione all’accumulo di grasso addominale e un aumento dell’incidenza di diabete di tipo 2 e malattie cardiometaboliche. «La mancanza di associazione fra la genetica e fattori che possono confondere le acque, come la dieta o il fumo, consente di ottenere un’evidenza certa del fatto che l’adiposità addominale contribuisca essa stessa, di per sé, a provocare direttamente diabete e malattie di cuore e vasi – spiega il ricercatore –. La “forma” del corpo quindi può e deve essere usata come un marcatore del rischio, ma tutto questo suggerisce anche la possibilità di sviluppare farmaci per modificare la distribuzione del grasso corporeo indotta dai geni: potremmo identificare i geni più coinvolti nel processo e produrre medicinali che vi agiscano per modificare il rischio di malattie cardiometaboliche». Il tutto è ancora molto futuribile, ovviamente; quel che è certo, adesso, è che la forma a mela è veramente pericolosa, a prescindere dallo stile di vita e dalle abitudini.

di Elena Meli

2 maggio 2017 corriere della sera