L’Umanesimo…

L’Umanesimo segna nella storia della cultura dell’umanità l’inizio di una nuova epoca. Nel mMedio Evo la vita dello spirito era diventata verticale ossia tutto era incentrato in Dio e nella chiesa. Con l’Umanesimo qualcosa cambia: l’uomo rivendica una sua autonomia e guarda con occhio diverso la natura. L’uomo prende coscienza delle sue capacità sia in ordine al sapere speculativo sia in ordine al suo potere nella natura. Si convince di poter fare da sé, inizia a fare le ricerche più disparate per costruire un mondo fatto con le sue mani. Il modello di questo uomo lo si rintraccia nell’antichità pre cristiana, greca e romana in quanto proprio allora aveva dato prova mirabile di se stesso senza alcun aiuto della Rivelazione. L’uomo nuovo si dichiara discepolo di quello antico e si sforza di riprodurre, imitare la grandezza e le gesta e si getta a capofitto nella ricerca e nello studio di tutto quello che avevano fatto gli antichi, specialmente in campo letterario, filosofico, artistico. Da qui quel mirabile fervore degli Studia Humanitatis, studio di tutto ciò di nuovo che aveva fatto grande e illustre l’uomo antico. Attenzione, è bene sottolineare che l’umanesimo non presenta alcun spirito antireligioso, anzi si può affermare che nasce in seno stesso degli uomini di Chiesa. Tuttavia l’assunto di voler far da se, sia il culto degli antichi pagani, nascondeva il germe di una rottura con il mondo cristiano, rottura che avverrà di lì a poco e che caratterizzerà i secoli successivi fino ai giorni nostri. Tornando all’Umanesimo e allo spirito di imitazione, ben presto prevale una vera e propria capacità di creazione e sarà il grandioso fenomeno del Rinascimento Italiano. Questa altra fase della storia dell’uomo è stata una sorta di rivoluzione che ha aperto le porte alla civiltà moderna, è stata una illuminazione progressiva in contrapposizione al buio medievale,. Il Rinascimento nasce in Italia per diffondersi in breve tempo in quasi tutta l’Europa.

Il lettore si chiederà:” Cosa c’entra questo con il diabete? Vuoi vedere che il Ferraro si farà aiutare dal solito Aristotele?”

Rispondiamo che non tanto si vuol disquisire sull’Umanesimo e Rinascimento del diabete, ma sul paziente diabetico di oggi, che sta attraversando questo periodo spesso in confusione tra Medio Evo, Umanesimo e Rinascimento. Per quello che riguarda Aristotele alla fine ovviamente è immancabile una sua citazione. Il diabete non è stato mai sottovalutato o considerato una piaga divina.

Gli antichi usavano questa terminologia particolare per descrivere la malattia perché erano stati sicuramente colpiti dalla caratteristica forse più evidente di questa malattia, cioè l’abbondante quantità di urina emessa ogni giorno da un diabetico, in termini tecnici la poliuria.

Già nel Medio Evo molti hanno studiato cercato di capire la matrice,e nei secoli successivi, sfiorando la soluzione, dando ad esempio la colpa alla salinità del sangue che allo zucchero, con i più grandi medici che da duemila anni a oggi ci hanno sbattuto la testa. Bisogna attendere il 1980 per una definizione, infatti l’ OMS definisce il diabete «uno stato di iperglicemia cronica sostenuto da fattori genetici ed esogeni che spesso agiscono insieme», definizione ultima derivante da numerosi e accurati studi su questa malattia che hanno portato a rintracciarne anche una componente ereditaria.

Il problema non è la patologia, ma il paziente e il suo contorno. Per quanto sappiamo che dal diabete non si guarisce, che dobbiamo seguire determinate regole, alle volte ci buttiamo a capofitto su speranze e sogni chimerici, da Medio Evo. Il diabetico può essere umanista o rinascimentale, è una scelta di vita se si fa proprio il concetto della propria posizione di diabetico. L’umanista va dal medico e pende dalle sue labbra, non prende decisioni e imita. Può andare bene. Il paziente rinascimentale è quello che segue il medico ma prende anche delle decisioni abbattendo certi pregiudizi sociali, come ad esempio l’antiesteticità del microinfusore. Si batte per gli altri per la prevenzione del diabete, non si vergognarsi della propria posizione e soprattutto che il diabete non è una malattia e nemmeno contagiosa ma un qualcosa con il quale convivere senza rinunciare a nulla, l’importante è il giusto mezzo aristotelico. Il paziente rinascimentale deve creare la politica diabetica, e a proposito di politica si cita testualmente il nostro amico Aristotele dal primo libro dell’Etica Nicomachea:

 

“Tale è, manifestamente, la politica. Infatti, è questa che stabilisce quali scienze è necessario coltivare nelle città, e quali ciascuna classe di cittadini deve apprendere, e fino a che punto; e vediamo che anche le più apprezzate capacità, come, per esempio, la strategia, l’economia, la retorica, sono subordinate ad essa. E poiché è essa che si serve di tutte le altre scienze e che stabilisce, inoltre, per legge che cosa si deve fare, e da quali azioni ci si deve astenere, il suo fine abbraccerà i fini delle altre, cosicché sarà questo il bene per l’uomo. Infatti, se anche il bene è il medesimo per il singolo e per la città, è manifestamente qualcosa di più grande e di più perfetto perseguire e salvaguardare quello della città: infatti, ci si può, sì, contentare anche del bene di un solo individuo, ma è più bello e più divino il bene di un popolo, cioè di intere città. La nostra ricerca mira appunto a questo, dal momento che è una ricerca “politica”.”

In sintesi è quello che avviene o dovrebbe avvenire in tante associazioni della FAND, come la nostra Diabaino, che non vendono speranze, ma certezze che con il diabete vivere si può!

Si dedica questo scritto al grande prof. Santi Lo giudice, che ci ha lasciato in punta di piedi nel mese di agosto. Filosofo teoretico, che ha insegnato a pensare liberamente a numerose generazioni, amico discreto della Diabaino, e ci piace ricordarlo così, come ogni volta che chiedeva: “dov’è quella gran donna e scienziata di Antonella Ferraro?”

 Prof. Carmelo FERRARO

Filosofia in diabete

La filosofia è nata per il diabete? Forse si forse no, però proviamo a soffermarci e iniziamo con Jean Jacques Rousseau e il concetto di libertà.

“L’ uomo è nato libero e dappertutto è in catene…”. Questo assunto, fondamento dell’opera “Il contratto sociale”, sembra quanto mai attuale, soprattutto nel nostro campo fatto di api, zucchero e miele!

            Disturbando ancora di più Rousseau, viene da chiedersi se

esiste concetto più ampio di quello di libertà. Sembrerebbe proprio di no! Libertà, una parola altisonante, che esprime l’autonomia nelle proprie scelte, l’assenza di vincoli o limiti nelle proprie attività, di condizionamenti nelle azioni e nei pensieri. La frase di Rousseau esprime quanto la libertà sia una prerogativa dell’ uomo, e quanto, malgrado ciò, l’uomo riesca ad essere in una situazione di perenne schiavitù, servo delle situazioni, servo dei vizi…             Durante i lunghi anni di una vita l’uomo tende a perdere il controllo delle varie circostanze che si avvicendano e si ammassano, diventando spesso tra loro incompatibili, formando un tanto fitto tessuto di storie diverse da risultargli impossibile tentare di comprendere non solo il futuro, ma anche il proprio passato, la propria storia personale. E allora ci si domanda dove si sia potuto sbagliare, come mai un qualunque obiettivo così chiaro inizialmente sia potuto diventare opaco, oscuro, dimenticato, perso. La risposta si trova proprio in quelle semplici parole di Rousseau, che sanno tanto di maledizione, denuncia di una verità che non si vuole accettare.     Sarebbe sbagliato con questo affermare che l’uomo non sia libero, al contrario l’uomo nasce svincolato da ogni condizionamento, sono gli anni, le esperienze, la complessità della società a porre delle barriere tra l’uomo e la propria libertà. E’ la complessità della macchina sociale dunque che lo porta a sentirsi sempre più oppresso dai condizionamenti, scaraventato in una realtà enigmatica e intricata, confuso e solo. Sembrerebbe rafforzare la suddetta tesi i versi di Salvatore Quasimodo:

 

“Ognuno sta solo sul cuor della terra

 trafitto da un raggio di sole

 ed è subito sera”

 

Cosa ci azzecca tutto questo con il mondo diabetico? C’entra tutto eccome! Riflettiamo: è come comprare un gratta e vinci “Turista per sempre”, viene azzeccata la combinazione vincente, si vince un vasto assortimento di macchinette, aghi, strisce, siringhe per tutta la vita. Il diabetico rimane solo o meglio circondato da vari enti che se lo contendono, diventa un business, la libertà o quello che era rimasto se ne va a strabenedire! Entra in ballo la complessità della società che rafforza ancora di più le catene, tenendo in uno stato di ignoranza il diabetico e ne nascono una babele di associazioni, addirittura alcune fanno del terrorismo informatico a discapito di altre associazioni per mirare a soldi e accaparrarsi contributi! Come tornare liberi?           Dal diabete non si guarisce questa è la certezza, ma volendo scomodare uno dei pilastri della storia della pedagogia umana, si può intravedere la soluzione. Il grande Don Lorenzo Milani asseriva, e qui se ne fa una sintesi, che non tutti possiamo diventare medici, avvocati o ingegneri, ma che l’importante è avere il possesso della parola, che si sappia leggere e contare per poter guardare in faccia l’altro ed evitare di farsi prendere in giro, perchè il sapere è libertà! Il sapere è scelta, il sapere è volare come un gabbiano e anche se ti hanno sparato in un’ala, seppur in modo sbilenco, si continua a volare, a vivere!

Per essere liberi bisogna, almeno la pensa così chi scrive, conoscere, usare e saper collocare ogni parola al suo posto, il suo posto a ogni parola! Se si conosce, se si possiede la parola si può scegliere in coscienza, si può combattere.

            Don Milani affermava: “Le maestre sono come i preti e le puttane. Si innamorano alla svelta delle creature. Se poi le perdono non hanno tempo di piangere… la scuola sarà sempre meglio della merda… chiameremo culo il culo (quando occorre, non una volta di più né una volta di meno, come tutte le altre parole del vocabolario senza borghesi distinzioni; scorrette sono le parole inutili e false)”.

            Tutto quanto è fatto con la consapevolezza di chi vuol usare una lingua viva ed efficace a 360° per non farsi raggirare dai paroloni dei Soloni di turno! Perché sono state scritte tutto questo? Perché a nostro avviso vi possiamo scorgere un parallelo tra quanto scritto e il diabete, che per chi non lo conosce diventa come la foresta amazzonica!

 L’essere nella Diabaino significa essere come a scuola ma in una scuola a dimensione d’uomo, la poesia di Quasimodo viene capovolta nell’assunto di Vinicius, “la vita amico è l’arte dell’incontro,…” e si può aggiungere”malgrado ci sia il diabete!”.

Chi scrive fa presente che è diabetico, è socio della Diabaino e dalla Diabaino non ha mai comprato nulla anche perché la Diabaino non vende nulla. Ha constatato che le persone sono disponibili sia a rispondere al telefono 24 h su 24 o accolto in sede, ricevendo un solo monito: “Fare attenzione, il diabete è una cosa subdola!”

Una favola del ‘700 che voleva dare una speranza alla condizione della donna, schiavizzata per la sua condizione, racconta che un calzolaio regalò a una ragazza delle scarpe, che avevano delle ali invisibili, e solo se ella lo desiderava avrebbe potuto volare e così fu! A tal proposito si desidera ricordare Grazia Pia Basile, docente di storia e filosofia, la quale rifiutava l’ipotesi che un individuo non potesse riuscire in qualcosa, soprattutto nel suo campo, e ha insegnato fino alla fine a combattere e credere che anche i somari alle volte possono volare!

Buon diabete a tutti i soci!

 

 

L’ammazza-malato

Che il nostro fosse il Paese delle contraddizioni si sapeva già, ma che un così squallido gioco delle parti, in cui i perdenti sono sempre e solo la salute e la dignità del malato, non s’era ancora visto.
Con Decreto Dirigenziale n° 1843 del 21-02-2005 la Regione Calabria ha istituito un gruppo di lavoro di diabetologia composto da diabetologi di strutture ospedaliere ed universitarie. Soltanto. Non è presente alcun rappresentante diabetologo territoriale, non è presente alcun rappresentante delle associazioni di volontariato di persone con il diabete. Tutto questo in aperta violazione della legge 115/87 e del piano sanitario regionale 2004-2006 che prevede la partecipazione di associazioni di volontariato certificate FAND (rappresentata in Calabria dalla Diabaino Vip-Vip dello Stretto). Scelta operata non si sa in base a quale criterio, determinata forse dalla superficialità o dall’imperizia. Tuttavia scelta. Scelta che ha cambiato le regole della erogazione dei presidi ai diabetici per i quali la Regione Calabria ha previsto mensilmente 75 strisce reattive (gravissimo!) per la determinazione del glucosio nel sangue. Insufficiente e inadeguato!
Il DCCT (Diabetes Control and Complications Trial) e l’UKPDS (UK Prospective Diabetes Study) informano che un migliore controllo metabolico favorisce la riduzio- ne del rischio delle complicanze diabetiche, un monitoraggio costante può determinare un livello glicemico ottimale e l’autocontrollo domiciliare può ridurre i ricoveri dei pazienti con un notevole abbassamento della spesa sanitaria.
E’ evidente e chiara la tendenza alla prevenzione, al monitoraggio costante, all’autocontrollo…
Ma la Regione Calabria garantisce ai Diabetici Tipo 1 solo 2,5 strisce reattive al giorno. Inaudito!
L’intervento tempestivo della FAND Calabria e delle Presidenza FAND Nazionale, del SUMAI (Sindacato Unico Medici Ambulatoriali Italiani) e della Diabaino Vip-Vip dello Stretto hanno consentito di invalidare la Circolare del 13 aprile 2005.
In particolare, la Diabaino Vip-Vip dello Stretto ha svolto opera di informazione e sensibilizzazione a tutti i livelli con il coinvolgimento attivo di cittadini anche non direttamente interessati al problema, come si evince dalle testimonianze pervenute ai siti del Ministero della Salute e del competente Assessorato Calabrese.
E’ stato dato allora, per così dire, un taglio ai tagli. Strisce reattive per glicemia, glicosuria, chetonemia e chetonuria, lancette pungidito, siringhe monouso per insulina, aghi per penna e penna per insulina verranno erogati gratuitamente ai pazienti in regime di assistenza diretta. Eventuali quantitativi superiori a quelli previsti potranno essere concessi con opportune motivazioni degli specialisti diabetologi. I microinfusori verranno concessi gratuitamente soltanto a pazienti selezionati, adeguatamente istruiti, su prescrizione del medico diabetologo che opera nei servizi di diabetologia.
E’ una vittoria di chi vuole garantire al paziente una migliore qualità della vita, di chi lo educa, lo cura, vuole farlo sentire normale, vuole ridargli la dignità che spesso chi dovrebbe difenderla e tutelarla la calpesta irriguardoso della Costituzione, Legge dello Stato, dell’art. 32, e puntualmente lo disattende.

 Mariella Fusaro

Cos’è un soggiorno educativo?

Cosa si intende per soggiorno educativo? O piuttosto, cos’è il soggiorno educativo per la DIABAINO? Credetemi, le esperienze sono state davvero tante e intense… e imprevedibili, perché quando parti con le API della DIABAINO di una sola cosa sei certo: la meta.
A distanza di tempo stento ancora a trasformare le mie sensazioni, i miei ricordi, in parole capaci di esprimere a pieno quanto ho sentito, quanto ho provato in quei giorni trascorsi con loro.  Tutto il resto prende corpo poi, a poco a poco, davanti a te si trasforma in emozioni incancellabili e comprendi tante cose…
Il condividere tutto con gli altri, dai momenti di studio a quelli di relax, ti fa dimenticare la tua solitudine, che spesso è solo interiore, ma è la solitudine e la tristezza di chi sa di avere una malattia inguaribile anche se perfettamente curabile con grandi sacrifici. Il confrontarsi con gli altri e il raccontarsi ti fa apparire normale la tua condizione. Anzi, ti consente di prendere consapevolezza della tua forza e delle tue capacità. Perché sei veramente forte quando accetti consapevolmente e con responsabilità le rinunce che la tua condizione inevitabilmente ti impone. Impari a volerti bene e ad accogliere positivamente quello che la vita ha in serbo per te e acquisisci una sensibilità nuova che ti fa guardare avanti con rinnovato entusiasmo.
Questo è lo spirito del soggiorno educativo della DIABAINO. E non è un caso che la Dott.ssa Mariantonella Ferraro, l’Ape Regina dell’associazione, abbia deciso ormai da tempo di impiantare il microinfusore, il dispositivo che mima al meglio le funzioni del pancreas, proprio durante i soggiorni educativi della DIABAINO. Il “micro”, come ormai tutti lo chiamano, anche per le sue dimensioni davvero ridotte, mantenendo costante il livello basale di insulina, previene iper e ipoglicemie, consente di buttare via iniettori e siringhe e riduce o annulla completamente i bruschi risvegli notturni. Consente, insomma, ai soggetti con diabete tipo 1 di vivere una vita normale.
Ma l’impianto del “micro” ha bisogno di una fase preparatoria e i soggiorni educativi si rivelano preziosi per tutti coloro che hanno deciso di sottoporsi a questa nuova tecnica e necessitano di un confronto con gli altri, di un dialogo per avere certezze, per sentirsi rassicurati sull’efficacia della nuova terapia e, perché no, per fugare le paure che esplodono all’improvviso quando si passa dalla gestione manuale a una naturale e spontanea con micro-pancreas.
E credetemi, nessun sistema è più efficace di un soggiorno educativo

 Mariella Fusaro

Da volontario a manager

Bastano l’entusiasmo e la competenza per essere volontari di una Associazione? Se l’Associazione si chiama Diabaino non bastano, occorrono anche capacità di comunicazione e di leadership. Per diffonderle il sodalizio Fand calabrese ha investito buona parte delle sue entrate in un corso di formazione manageriale ‘da multinazionale’.

«Sinceramente, non ci volevo credere», ricorda Mauro Cantoia, esperto di consulenza e formazione manageriale. Cantoia, master specialistico in Programmazione Neuro Linguistica ha accumulato 5 mila ore di aula come formatore e docente di tecniche di apprendimento efficace, lettura veloce, tecniche di motivazione personale, public speaking e comunicazione efficace per incarico di multinazionali come Iveco, Kpmg, Mercedes, e ora collabora con l’Università di Catania dove vive come docente per corsi di formazione ed aggiornamento al personale amministrativo.
Il suo stupore nasce quando, da un incontro casuale nasce l’incarico di sviluppare un programma di formazione, motivazione e comunicazione non per una azienda o una grande organizzazione pubblica ma per una… associazione fra persone con il diabete con sede in alcuni piccoli centri della Calabria.
Si trattava, qualcuno l’avrà capito di Diabaino Vip Vip dello Stretto, un sodalizio che apre spesso nuovi orizzonti al mondo dell’associazionismo. Diabaino ha deciso di investire risorse considerevoli: 17 mila euro: tutto l’incasso (che deve ancora arrivare) raccolto attraverso il ‘5 per mille’ del 2006 in un programma che ha previsto ben sette giorni di aula. In un albergo dell’Aspromonte i componenti del Direttivo di Diabaino allargato ad altre persone interessate hanno seguito un programma basato sul know how più avanzato nel mondo della formazione manageriale. «In essenza l’obiettivo che Mariantonella Ferraro, fondatore di Diabaino e ideatrice dell’iniziativa mi ha dato», racconta il consulente torinese che ora fa base a Catania, «non era tanto quello di motivare i partecipanti: nel mondo del volontariato la motivazione e l’entusiasmo non mancano, quanto aiutarli a trasferire agli altri questa motivazione, rendere ‘contagioso’ il loro entusiasmo e incanalarlo facilmente verso strade produttive e fattive».
‘Parole sante’, riconoscerà chi ha pratica del mondo delle Associazioni. Nei vari sodalizi non mancano due o tre persone motivate, (in Diabaino sono ben di più). «Quello che difetta è la capacità di comunicare questo impegno, di coinvolgere altre persone, di inventare e portare a termine – coordinandosi ma in autonomia – dei progetti, di relazionarsi in modo positivo con gli altri volontari…», elenca Mariantonella Ferraro. Un mix di obiettivi che comprende tecniche di leadership e di comunicazione, rivolta al paziente, al decisore politico, al comunicatore di professione, al potenziale volontario.
Nella strategia di Diabaino il corso, che proseguirà con una serie interventi di ‘richiamo’ e approfondimento di una giornata, prelude a un salto di qualità ulteriore. Diabaino è avviata a estendersi sul territorio ma soprattutto a proporsi come una sorta di Hmo basata sul volontariato professionale: un punto di riferimento che – in sinergia con il Servizio di Diabetologia – si fa carico di ogni aspetto della qualità della vita della persona con diabete o con sindrome metabolica. «Un livello che richiede diffuse competenze anche di leadership e capacità di coordinamento e che accresce l’esigenza di dare vita a un volontariato ancora più capillare e coinvolgente», afferma Mariantonella Ferraro.
Inutile dire che il corso è stato un successo. «di rado ho visto un coinvolgimento simile», ammette Cantoia, «soprattutto quando ci siamo resi insieme conto che alla base di alcune difficoltà nella comunicazione e nella leadership c’era una sensazione di non completa autostima. Abbiamo allora lavorato molto sulla persona, ottenendo risultati come di rado è possibile ottenere in un intervento che rimane sul registro delle competenze e manageriali», afferma Cantoia.
«In effetti era palese: dietro un buon comunicatore, dietro una persona che sa proporre degli obiettivi e coinvolgere le persone intorno a esse c’è sempre una persona che ha vissuto molto e che ha raggiunto una certa forma di pace e di equilibrio con se stessa. E vuole aiutare gli altri», conclude Mariantonella Ferraro.
Da Modus on line iniziative 23/06/2008

Informazioni su Diabaino

La Diabaino Vip-Vip dello Stretto è nata il 30/12/1999 in Gallico(RC).
E’ iscritta al n° 381 dell’Albo Regionale delle Associazioni.
Fa parte della consulta delle Associazioni del comune di Reggio Calabria.
E’ referente per la Regione Calabria della Associazione Italiana Diabetici, ente riconosciuto Medaglia D’Oro per la Sanità pubblica nel 1993;
E’ Inserita nel Piano Sanitario Regionale 2004 – 2006
Nasce con l’obiettivo di divulgare la conoscenza
della patologia creando un movimento di pensiero nei confronti del Diabete Mellito
e fermare  le migrazioni   sanitarie   SUD-NORD  che   implicano  DISAGI  ai pazienti,
ai familiari e COSTI  ECCESSIVI  alle  Aziende  Sanitarie  di  appartenenza.

                   S C O P I

• Diffondere le conoscenze sul Diabete Mellito  abbattendo
  ogni forma di discriminazione e pregiudizio (convegni e
  dibattiti)
• Essere punto di riferimento,voce e aiuto sia per le
  persone affette da Diabete Mellito, sia per  coloro che
  in qualche modo ne sono a contatto(familiari, amici,
  operatori sanitari).
• Organizzare Corsi di Educazione Sanitaria per diabetici
  e familiari,Soggiorni Educativi(campi scuola) per
  giovani e adulti, Corsi d’Aggiornamento per
  personale sanitario, per docenti di scuole di ogni
  ordine e grado.
• Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla importanza
  della Prevenzione e Cura del Diabete Mellito (mass-
  media, etc.etc….).
• Essere di stimolo e di supporto per i Servizi Pubblici
  Sanitari del territorio coinvolgendo tutte le autorita’
  preposte, per  la capillarizzazione dell’informazione di
  tutto cio’ che e’ riferito al Mondo Diabete, visto che
  la stessa OMS  ha definito il Diabete Mellito –
                     “ malattia sociale”.

                    Organizzazione

• Sede legale in Reggio Calabria via Umberto I^ n. 100
• Sede operativa con sportello informativo in Reggio 
  Calabria via P.Pellicano n. 26/f;
• Sportello di segretariato sociale con funzioni di
  accompagnamento ed informazione sui percorsi socio-
  sanitari con particolare riferimento alle problematiche
  legate alle patologie diabetiche;
• SPORTELLO VOLONTARIO DEL DIABETE  PRESSO ASL 11 RC –
  Distretto 1 –PST Gallico –
• SPORTELLO VOLONTARIO DEL DIABETE  ASL 10 Palmi PST-  
  Polistena –
• Corsi di aggiornamento e soggiorni educativi per giovani
  e adulti;
• Equipè specializzata in attività di screnning itinerante
  su base volontaria in collaborazione con Enti
  territoriali e strutture pubbliche sanitarie.
• Ufficio giornalistico per la realizzazione e diffusione
  di un periodico culturale- scientifico titolato
                  “Diabaino News”;
• Gruppo di sostegno alle attività formato dai volontari e
  dagli operatori tutor formati all’inetrno
  dell’associazione;
• Comitato tecnico scientifico composto da medici ed
  operatori sanitari associati Diabaino;  
• Sito Web: www.diabaino.org

Due ponti sullo Stretto

Nasce Pump Club dello Stretto Accu-Chek: una Pediatria universitaria e una Diabetologia territoriale collaborano strettamente per definire insieme un percorso di crescita della persona con diabete.

 

Il ponte che collega le due sponde dello Stretto di Messina è una realtà. Non è fatto di cemento, acciaio e cavi, ma non sono occorsi quarant’anni per progettarlo e costruirlo «ed è altrettanto utile, almeno per un importante gruppo di persone», commenta Mariantonella Ferraro responsabile del servizio di Diabetologia presso il polo sanitario territoriale di Gallico e quello di Polistena.
Il ‘ponte’ in questione si chiama Pump Club dello Stretto Accu-Chek e consiste in una doppia alleanza fra assistenza sanitaria calabrese e siciliana da una parte e fra la Pediatria di un Policlinico Universitario come quello di Messina e la Diabetologia territoriale della provincia di Reggio Calabria dall’altra.
Pump Club dello Stretto Accu-Chek parte da una realtà che vede da tempo moltissime persone calabresi con diabete seguite dall’èquipe del Dipartimento di Pediatria del Policlinico universitario di Messina, diretto dal professor Filippo De Luca. Arrivati a una certa età, i pazienti devono essere seguiti dalla struttura ‘degli adulti’. E a quel punto si indirizzano verso una struttura più vicina a casa. «Il passaggio del paziente dal Centro di diabetologia pediatrica al Centro di diabetologia ‘degli adulti’ è sempre un momento difficile», afferma Fortunato Lombardo, responsabile del Centro di Diabetologia pediatrica del Policlinico universitario di Messina, se il paziente usa il microinfusore, il problema in parte si semplifica, in parte si complica, «si tratta infatti di un paziente che dispone per forza di cose di un alto livello di educazione e di autonomia, ma d’altra parte il Pediatra vorrebbe esser certo che il suo paziente sarà seguito da una équipe che ha pratica nell’utilizzo della terapia con microinfusore».
Il giovane con diabete a sua volta teme un po’ il passaggio da una realtà che conosce bene, a una ignota. Pump Club dello Stretto Accu-Chek vede lavorare in stretta collaborazione la Pediatria messinese con diverse realtà della diabetologia degli adulti calabrese. «Fra la realtà della pediatria e la nostra ci deve essere contiguità e continuità», sottolinea Mariantonella Ferraro, «sul piano umano prima ancora che burocratico-assistenziale. Importa poco che sull’intestazione della ricetta o della cartella clinica ci sia il marchio della regione Calabria o di quella Siciliana, importa invece che Team pediatrico e Team degli adulti siano partner nella definizione di un percorso che aiuti i giovani a divenire adulti responsabili, informati ed educati nel gestire una patologia cronica dalla quale non si guarisce ma che si può curare e renderli liberi di vivere con il diabete senza discriminazione alcuna», afferma la Ferraro, coordinatore regionale delle associazioni che fanno parte della Fand Calabria.
Sembra ovvio, ma ovvio non è «nella realtà dei fatti le collaborazioni strutturate fra pediatri e diabetologi degli adulti sono l’eccezione, non la regola». E questa è la prima volta che una collaborazione stretta viene instaurata fra centri che appartengono a due Regioni diverse; la prima volta che avviene nel corso di incontri non solo aperti ai pazienti ma nei quail i pazienti sono protagonisti e da ultimo, la prima volta che un Centro universitario collabora così strettamente con un ambulatorio territoriale, due strutture che in teoria dovrebbero trovarsi agli estremi opposti.
«La realtà che ho trovato nei Team di Gallico e Polistena dimostra che oggi un ambulatorio può avere un team che, per ampiezza e competenza non ha nulla da invidiare, a quelli di una struttura di terzo livello come un ospedale universitario», commenta Lombardo.
Promosso da Diabaino Vip Vip dello Stretto, una Associazione affiliata Fand con sede a Reggio Calabria che riesce a raccogliere soci su entrambe le sponde dello stretto, e non solo, il Club è nato ufficialmente il 10 ottobre durante un incontro organizzato sulla sponda calabra ma a pochi passi dal traghetto che unisce Villa San Giovanni a Messina, alla presenza del professor De Luca, del responsabile del team messinese Lombardo, di tutto il team dei due ambulatori diretti dalla Ferraro, di circa 50 persone con il microinfusore, dai 4 ai 65 anni, e del Direttore generale della Asl 11 calabrese.
Hanno partecipato anche il coordinatore scientifico della Diabaino Vip di Gallico, Alessio Rosato; la diabetologa Achiropita Pucci, responsabile scientifica della Diabaino di Acri e Olga Misiti responsabile scientifico della DiaBelvedere. Incontri come questi si tengono ormai da anni sotto l’egida dell’associazione Diabaino, «e altri incontri avvengono nell’ambito dei soggiorni educativi», ricorda la Ferraro, che è nata a Messina ma vive da tempo dall’altra parte dello Stretto, «spesso realizzati insieme, proprio per dare forma a quella continuità di rapporto all’interno della quale avviene lo sviluppo della persona», conclude, «e per persona non intendo solo il paziente ma anche noi medici».

Ultima modifica: giovedì 26 ottobre 2006

 Da MODUS ON LINE

 

Riti di passaggio. da www.microinfusori.it

La ‘comunità’ è protagonista nel protocollo messo a punto dal Servizio di Diabetologia del Polo Sanitario Territoriale Gallico. Grazie ad appositi corsi di formazione, la locale Associazione DiabainoVip, ha espresso dei tutor che affiancano la persona con diabete nel passaggio al micorinfusore.

Nello studio del Diabetologo il paziente entra da solo, tuttalpiù con un parente. Ma nessuno è solo, nessuno deve esserlo. «Il successo di qualsiasi intervento terapeutico dipende – ed è questa la variabile che spesso fa fallire terapie ‘da manuale’ – dalla rete di sostegno che si è creata intorno alla persona con diabete», afferma Mariantonella Ferraro, responsabile del Servizio di Diabetologia del Polo Sanitario Territoriale Gallico nella ASL11 Reggio Calabria, «nella situazione ideale, questa rete è trasparente, dialoga in armonia con il resto del Team diabetologico, ne condivide i saperi e mette in comune le emozioni, diviene insomma uno strumento di cura».
Quella dei Servizi di Diabetologia di Gallico e Polistena, è per certi versi la situazione ideale. Il merito è anche di una associazione dal nome greco: Diabaino al quale è aggiunto per ben due volte Vip: «Ogni paziente è un vip, una very important person, che fa parte integrante del Team diabetologico e veramente importante è la patologia da conoscere e monitorare e questo si fa salpando con una barca – logo dell’associazione- nel meraviglioso stretto tra Scilla e Cariddi che è l’ottava meraviglia del mondo», afferma Maria Antonella Ferraro, responsabile scientifico della Associazione.
«Dire che l’Associazione fa parte del Team non è solo una bella frase. L’Associazione diviene davvero strumento di cura solo svolgendo compiti precisi e determinati, facendo parte insomma del percorso di cura del paziente», spiega Gabriella Violi attivissima presidente dell’associazione e dietista del Team diabetologico, «nel caso del percorso di iniziazione alla terapia con microinfusore per esempio, l’Associazione ha espresso quattro tutor, due dei quali lavorano part time e ricevono un compenso in base a una convenzione fra Servizio di Diabetologia, Associazione e Regione Calabria».
Nel 2007 Diabaino ha organizzato un corso di formazione per tutor: otto pomeriggi per un totale di 16 ore, al quale hanno partecipato una ventina di volontari. I primi si sono formati con un percorso ad hoc svolto sia all’interno sia all’esterno della ASL reggina.
«Il tutor partecipa in modo preciso al percorso di assistenza e cura che porta al microinfusore», afferma Santina, «dal momento in cui la diabetologa ritiene che il passaggio al microinfusore possa aiutare una persona a gestire meglio il diabete e la sua vita, inizia un ciclo di incontri fra il paziente, noi tutor, con la dietista e con lo Specialist della Casa produttrice. Ciascuno ha un suo ruolo. La dietista ripassa le cognizioni alimentari e insegna il calcolo dei carboidrati, lo Specialist della Casa impartisce un addestramento preciso all’uso del microinfusore. Noi tutor facciamo il resto», nota Giusy, che segue i pazienti ai quali è stato prescritto il modello Accu-Chek D-Tron Plus.
Il ‘resto’ significa in primo luogo ascoltare. «Nell’assistenza alla persona con diabete ci sono due elementi che per forza di cose un classico Team fa fatica a garantire. l’ascolto e l’amore», spiega Giusy. «Ascolto significa dare la possibilità a una persona di parlare. Magari anche di lamentarsi, «Frasi come: “Ma cosa mi è capitato!”, “Ma che brutta bestia!”, “Ma perché proprio a me?” Sono cose che tutti abbiamo pensato e tanto vale condividerle», ricorda Santina che ha il diabete da circa 35 anni ed è tutor per Accu-Chek Spirit. L’amore parte dall’ascolto e va oltre. Certo ognuno di noi ha o deve sviluppare, rapporti di amore al di fuori del Team diabetologico per quanto allargato, ma un’associazione offre un’occasione unica: essere amato non ‘nonostante’ il diabete, ma proprio ‘grazie al’ diabete.
Il passaggio dalla terapia multiniettiva al microinfusore sottintende un salto di qualità nel rapporto fra la persona e il diabete. «Finché la terapia consiste in interventi ‘esterni’ come le iniezioni, puoi anche cercare di convivere con il diabete senza accettarlo. Ma quando hai il micro, i problemi di accettazione saltano fuori, è normale che sia così». Non è facile gestire questa fase. A volte si tratta di persone che da 10, da 20 o da 30 anni vivono a fianco del loro diabete senza incontrarlo, «c’è bisogno di un clima di accoglienza, di amore perché questa evoluzione avvenga nel miglior modo possibile», sottolinea Santina.
Spesso le persone che stanno contemplando la possibilità di passare al microinfusore sono invitate a una o più delle numerose iniziative che DiabainoVip organizza fuori dall’ambulatorio, «si tratta di un momento bello e importante nel ‘percorso’», nota Santina, «una cosa è sentirsi dire “Guarda il microinfusore è semplice”, un ‘altra vedere un anziano o un bambino che lo usano tranquillamente. Una cosa è leggere o sapere che il microinfusore offre flessibilità, un’altra vedere la tranquillità e la libertà con la quale le persone che lo usano vivono la loro vita».
Al tutor vengono poi poste le classiche informazioni che le persone con diabete vorrebbero avere sul microinfusore e che solo una persona che lo porta può fornire in modo credibile. “Gli altri lo notano? Cosa dicono?”, “Come si fà nell’intimità?” “Cosa succede se si stacca?”.
L’accoglienza quindi, intesa come ascolto e amore rappresenta l’elemento centrale. «Le informazioni vengono dopo e l’addestramento inizia quando il 99% delle vere domande e delle vere remore ha già avuto una risposta», spiega Santina.
Un momento curioso del ‘protocollo’ del Servizio territoriale diretto dalla dottoressa Ferraro è l’aspetto volutamente rituale dato all’inserimento del microinfusore, che assume a volte le connotazioni di un vero rito come il battesimo. Se possibile non avviene in ambulatorio ma fuori, nel corso dei numerosi weekend e soggiorni educativi organizzati da DiabainoVip.
Perché un rito? I tutor di DiabainoVip sanno che questo aspetto del loro protocollo è abbastanza inconsueto. In altri Centri l’inserimento del microinfusore avviene in ambulatorio, come una normale visita, solo un poco più lunga o prevede qualche giorno di ricovero. “È davvero meglio?”, si chiede Gabriella Violi. «Un rito serve a far coincidere, a sincronizzare il vissuto di una persona con quello degli altri. Per la persona il giorno in cui inserisce il microinfusore è un giorno importante, ha la sensazione che la sua vita stia cambiando. E ha ragione. Perché non condividere tutti insieme questa sensazione?».
I tutor sono particolarmente vicini al paziente nei giorni prima e dopo l’inserimento. I primi giorni chi ha appena messo il microinfusore chiede spesso aiuto, poi sempre meno. «Dopo un po’ ci chiamano per sapere ‘cosa facciamo’ intendendo come associazione», continua Giusy, Il ‘Pump club’, vale a dire il gruppo di persone con microinfusore è il nucleo militante della Diabaino e non per caso.
Due parole ancora intorno ai volontari della DiabainoVip che – oltre al loro ruolo nel percorso di avvicinamento e di gestione del ‘micro’ – hanno un ruolo importante nel funzionamento del servizio di Diabetologia. Chi entra nel Polo Sanitario Territoriale di Polistena e di Gallico trova infatti un ‘banchetto’ ricco di depliant e libretti e sempre presidiato da due o più volontari lo ‘Sportello del Diabete’.
Il ‘banchetto’ serve in teoria per dare informazioni a tutti, soci e non, o per sollecitare all’iscrizione (e a versare il 5 per mille a favore di DiabainoVip Onlus, numero di Codice Fiscale 92029180806). In pratica è un luogo di incontro amicale, ma anche assistenziale. «Molte persone passano in Ambulatorio senza appuntamento, spesso hanno bisogno di un appoggio o di una informazione che noi volontari possiamo dare, a volte può essere sufficiente fermare un attimo l’infermiera o la dietista, in alcuni casi è davvero opportuno parlarne con la diabetologa. Talvolta si tratta solo di persone che, incuriosite dalla postazione, si fermano, chiedono, si informano. Nessuno comunque torna a casa senza avere ciò che desiderava», commenta Giusy.
Questo presidio, e più in generale il lavoro dei tutor e dei volontari, valorizza il lavoro degli altri componenti del Team, «permette a me diabetologa di avere più tempo per essere (e sembrare davvero) medico, per ascoltare il paziente, per toccarlo, perché non c’è vera visita senza ascolto e contatto fisico», conlude Mariantonella Ferraro.

… e una Messinese di Calabria

Dal territorio della Magna Grecia un sì forte e deciso alla terapia insulinica con CSII.

“…Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte….. in qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario….”.
E questo è Ippocrate.
Da molti secoli ormai il tono solenne, a tratti severo, quasi ieratico delle parole del suo giuramento accompagna la formazione dei giovani medici e li segue, passo passo, nel loro affermarsi professionale, attento monito ad una vita ispirata ai principi della rettitudine, dell’abnegazione e dedizione al malato. Chiunque esso sia.
Ma nella strada della sua vita, nel suo cammino verso l’altro, il medico si troverà è inevitabile, fianco a fianco con la sofferenza che non è sempre e solo fisica. Spesso è la sofferenza dell’anima, spesso è la sofferenza di chi, malato, ha sete di normalità.
È il caso questo dei pazienti affetti da Diabete Mellito Tipo 1. Desiderosi di prendere in mano la loro vita si trovano, invece, a vedere scandito ogni attimo dell’esistenza da iniezioni multiple giornaliere di insulina e regolari controlli di glicemia. Limitati, condizionati nel loro agire quotidiano quasi a sentirsi inutili, si ritrovano a dire: “Ma che razza di vita è questa?”.
Ma che medico è quello che, pur conoscendo le nuove tecniche terapiche non le mette a disposizione del paziente? È ormai dal 1970 che la ricerca ha messo a punto la tecnica rivoluzionaria del Microinfusore.
Oggi, a trent’anni di distanza, è un dispositivo che mima al meglio le funzioni del pancreas rilasciando in modo continuo un flusso basale d’insulina, stabilito dal diabetologo sulla base del differente fabbisogno del paziente nei vari momenti dellagiornata. È la migliore risposta al Diabete Mellito e pesa solo gr. 100!
I risultati del Diabetes Control and Complication Trial (DCCT) e dell’UK Prospective Diabetes Study (UKPDS) testimoniano nei pazienti in terapia con Microinfusore una notevole riduzione di rischi di insorgenza di patologie gravi legate al diabete, dalla retinopatia alle complicanze cardiovascolari, solo per citarne alcune. Nel nostro territorio il trattamento intensivo del Diabete Mellito, con impiego del CSII è una realtà all’interno dell’ AS 11 RC – PST Gallico e AS 10 Palmi – PST Polistena.
È ambulatoriale,è sostenuto da una disponibilità diabetologica telefonica continua ed è un’eccellente alternativa all’impianto in regime ospedaliero.
Diminuiscono notevolmente i costi per la AS ma, soprattutto, viene offerta ai pazienti la possibilità di essere curati all’interno del loro territorio senza essere costretti, già provati psicologicamente, ad un desolato viaggio della speranza per ricevere in altre Regioni l’Assistenza Sanitaria necessaria.
Altrove si sentirebbero solo dei numeri, inseriti in un sistema che non accettano e dal quale si sentono esclusi.
Dove è finito “il sollievo dei malati”?
Il trattamento con il Microinfusore consente al malato di riprendere in mano la sua vita, di esserne protagonista.
Ridà, insomma, centralità al malato ed alle sue necessità e permette al medico di restare fedele all’antico giuramento.
E ha permesso a me di accostarmi al malato in punta di piedi, in silenzio per ascoltare i suoi bisogni e operare per il sollievo, con determinazione nonostante gli ostacoli oggettivi incontrati nel mio cammino.
A tre anni di distanza sono “orgogliosa” di essere in terra calabra, l’antica Magna Grecia, pioniera in questa nuova tecnica terapica.
Non sono riuscite ad abbattermi le difficoltà e le amarezze, ma sono andata sempre avanti, spronata e ripagata solo dalla luce che risplende negli occhi di quegli “Amici Dolci” che mi circondano e che diventano grandi davanti a me e che crescono e si trasformano proprio grazie a questo nuovo trattamento  che li fa sentire, non diversi ma uguali agli altri, sì proprio come gli altri.
Ma spronata e ripagata soprattutto dalla nascita di Annalaura la cui madre, una donna in età matura con Diabete Mellito tipo 1 complicato, che in precedenza aveva perso un bambino a pochi giorni del parto, con grande ansia affrontava una seconda maternità ad alto rischio. La gravidanza è stata gestita in modo ottimale grazie al Microinfusore ed ai continui controlli ambulatoriali e senza bisogno di alcun ricovero ospedaliero, come succede per altri quadri clinici di entità minore, se non nella fase precedente al parto.
Ma realizzare tutto questo è stato possibile grazie all’art.9 della legge 115/87 che ha permesso la presenza dell’associazione “Diabaino Vip Vip dello Stretto” con volontari qualificati e dedicati, che fanno parte della mia equipe, sostenendomi e operando accanto a me giornalmente. Grazie alle api operaie della Diabaino!
Mariantonella Ferraro

Statuto dell’Associazione

Statuto dell’Associazione

Art. 1 (Costituzione)
È costituita l’Associazione di volontariato denominata “Diabaino Vip Vip dello Stretto” ONLUS.
Essa adotta il proprio logo costituito da una barca a vela con la scritta “Diabete Mellito” nella carena, la scritta “Diario di bordo” nella vela, la scritta “Diabaino Vip ¬Vip dello Stretto” nella bandierina e, nell’onda, la scritta “Libertà di vivere con il diabete”. Tale barca a vela segue la scia tracciata da uno sciame di api operaie. Con detto logo l’associazione verrà denominata nel prosieguo di questo documento.

Art. 2 (Scopi)
L’associazione, senza scopo di lucro e ad esclusivi fini di solidarietà, si prefigge di operare nei seguenti settori:
1. Assistenza sociale e sociosanitaria;
2. Formazione;
3. Tutela dei diritti civili, con particolare riferimento a quelli pertinenti il mondo della disabilità.
4. Ricerca scientifica di particolare interesse sociale

In particolare:
1. le finalità dell’associazione corrispondono integralmente a quelle menzionate dall’art. 2 dello Statuto F.A.N.D. – Associazione Italiana Diabetici.
2. gli scopi dell’Associazione sono la promozione della salute e la riabilitazione sociale dei diabetici attraverso la tutela e la difesa degli interessi morali sanitari e sociali delle persone affette da diabete mellito.
3. L’Associazione concorre al perseguimento dei fini istituzionali del servizio sanitario regionale della Calabria e Nazionale.
4. L’Associazione intende inoltre rappresentare le persone affette da diabete mellito presso pubbliche autorità ed Enti di assistenza.
5. L’Associazione eroga attività e servizi gratuiti senza fine di lucro promossi per scopi esclusivi di solidarietà aperti verso terzi, purchè soggetti svantaggiati per quanto attiene alle condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari e non soltanto per i propri soci o iscritti. Le prestazioni delle persone che sono impegnate nel volontariato Diabaino sono esclusivamente a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese sostenute e documentate.
6. L’Associazione provvede alla formazione e all’aggiornamento del personale che presterà la propria opera in qualità di volontario.
7. L’Associazione è indipendente da qualsiasi partito o azione di parte politica; è aperta a chi ha titolo per aderire, senza alcuna distinzione di nazionalità, razza, sesso o confessione.
L’Associazione, per perseguire le finalità che le sono proprie, può:
a) Collaborare con gli Enti Pubblici e Privati, con associazioni e gruppi di volontariato;
b) Favorire o gestire direttamente attività di prevenzione, di formazione, di educazione sociosanitaria, di assistenza domiciliare;
c) Compiere tutte le operazioni finanziarie, mobiliari, immobiliari ritenuti utili al reggiungimento delle proprie finalità;
d) Organizzare e gestire campi di studio, lavoro e vacanza;
e) Organizzare iniziative culturali.
L’associazione non può svolgere attività diverse da quelle sopra indicate a meno che non si tratti di attività che siano ad esse connesse o funzionali.

Art. 3 (Durata e articolazione)
L’associazione è costituita a tempo indeterminato e ha la sua sede provvisoria in Via Umberto I n° 100 – Gallico Marina (RC) – CAP 89055. Proprie sedi locali potranno essere aperte in tutti i comuni italiani.

Art. 4 (Patrimonio)
Il patrimonio della Diabaino, in conformità all’art. 11 dello Statuto F.A.N.D. Associazione Italiana Diabetici è formato:
• dalle quote associative annuali, il cui ammontare sarà stabilito con delibera del Consiglio Direttivo, sentito il parere del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti;
• da beni mobili ed immobili che siano acquisiti in proprietà dalla Diabaino;
• da donazioni, eredità e lasciti di privati, da rimborsi e concorsi spese, assegni, premi, sussidi, canoni anche statali, regionali e di enti pubblici e privati, da proventi di sottoscrizioni, manifestazioni ed altre iniziative promosse e curate dalla Diabaino, o da altri in suo favore e da ogni altra entrata che concorra ad aumentare l’attivo sociale;
• da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio.
Tutto il patrimonio – laddove non risulti esplicitamente vincolato a destinazione specifica a cura dell’eventuale donante o testatore si considera disponibile per le spese di funzionamento o mantenimento ed investimento per il raggiungimento degli scopi sociali.
Una parte delle quote sociali riscosse mediante il tesseramento dovrà essere destinata alla F.A.N.D nazionale per coprire le spese da essa sostenuta, nella misura che verrà determinata dal Consiglio Direttivo FAND, in conformità a quanto previsto dall’art. 13.2 dello Statuto F.A.N.D. Associazione Italiana Diabetici.

Art. 5 (Iniziative da proporre)                                                                                       La Diabaino, su proposta del Consiglio Direttivo, può istituire, quando occorra secondo il tipo di intervento e di attività, centri, gruppi di lavoro di ricerca, di insegnamento, uffici, servizi, assumendo qualsiasi altra iniziativa idonea al perseguimento degli scopi statutari.
Quanto sopra anche con gestione autonoma e/o applicando l’art. 9 della legge 115/1987.

Art. 6 (Scioglimento)
In caso di estinzione dell’Associazione, il patrimonio dovrà essere devoluto ad altre Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, che operano per scopi analoghi a quelli della Diabaino.

Art. 7 (Strutture periferiche)
Il Consiglio Direttivo della Diabaino può deliberare la costituzione di sedi periferiche che rappresentano strutture operative autonome, con autonomia gestionale e patrimoniale propria.
Il Consiglio Direttivo della Diabaino può inoltre affidare l’incarico di fungere da sede periferica ad altra Associazione a condizioni di reciprocità, le cui finalità ed il cui statuto siano compatibili con il presente statuto. Stipulando apposita convenzione, i soci effettivi di questa associazione possono ottenere lo status di socio della Diabaino a tutti gli effetti.
L’operatività delle sedi periferiche è libera, ma qualunque deliberazione od iniziativa non deve essere in contrasto con gli scopi del presente statuto.
Le sedi periferiche hanno il diritto di assumere a pieno titolo il logo e la denominazione “Diabaino Vip-Vip dello Stretto – Sede di …”

Art. 8 (Categorie dei soci)
L’associazione è costituita, oltre che dai soci fondatori, dai soci ordinari, dai soci d’onore benemerito, dai soci sostenitori, e dai soci aggregati.
I soci ordinari sono gli iscritti affetti da diabete mellito nonché i rispettivi genitori, fratelli, coniugi e figli.
I soci sostenitori sono persone fisiche, giuridiche, enti o associazioni che ne facciano richiesta e contribuiscano in modo determinante al perseguimento degli scopi del presente statuto.
I soci aggregati sono persone non diabetiche che contribuiscono, nella misura fissata dal Consiglio Direttivo, allo sviluppo delle strutture sociali. Essi hanno diritto ad usufruire di tutti i servizi e benefici messi a disposizione dalla Diabaino Affiliata FAND (Linea Verde Pronto FAND, sconti ed agevolazioni sui prodotti convenzionati FAND, assicurazione infortuni se diabetici, ecc.).
I soci d’onore benemerito sono persone fisiche, dotate di una notevole visibilità pubblica, che si sono distinte per l’impegno profuso nel settore sociale dell’associazione o ad esso affine.
L’ammissione delle persone fisiche non diabetiche tra i soci sostenitori, aggregati o d’onore benemerito è di competenza del Consiglio Direttivo della Diabaino. Esso può rifiutare il tesseramento a suo insindacabile giudizio a nominativi che non risultino idonei o che siano privi dei requisiti necessari a rivestire la qualità di socio.
L’assemblea dei soci può istituire altre categorie di soci, determinando per ciascuna di esse le condizioni di ammissione ed i relativi doveri.

Art. 9 (Soci: ammissioni, recesso, esclusioni)
I soci ordinari sono ammessi a domanda con deliberazione insindacabile del Consiglio Direttivo. I soci possono, nei limiti delle singole possibilità e competenze, prestare volontariamente, personalmente e gratuitamente la loro opera e collaborazione per l’attuazione ed il conseguimento degli scopi dell’associazione.
Per il solo fatto di avere presentato domanda di ammissione si intende che ogni socio abbia esplicitamente accettato il presente statuto.
Il socio può recedere o essere escluso a norma dell’art. 24 del Codice Civile. La qualità di socio, comunque, si perde per dimissioni, indegnità, mancato pagamento della quota sociale.
Il Consiglio Direttivo può escludere dalla Diabaino il socio che, a suo insindacabile giudizio, abbia un comportamento in contrasto con i fini, con l’etica ed il buon nome dell’Associazione.
Il socio escluso ai sensi del presente Articolo perde ogni diritto previsto dal presente statuto.

Art. 10 (organi dell’Associazione)
Sono organi della Diabaino:
• Assemblea dei Soci
• Consiglio Direttivo
• Presidente, o un consigliere da lui delegato a sostituirlo
• Giunta di Presidenza
• Tesoriere
• Segretario
• Collegio dei Revisori
• Collegio dei Probviri
• Presidente Onorario
Le cariche elettive sopra riportate, ad esclusione dei componenti del Collegio dei revisori e dei Probiviri, sono riservate ai Soci dell’Associazione.

Art. 11 (Assemblea dei Soci)
L’Assemblea dei Soci è l’organo sovrano dell’associazione.
L’insieme degli associati costituisce L’Assemblea dei soci che determina l’indirizzo, i programni e le scelte di fondo dell’Associazione.
L’Assemblea elegge al proprio interno il Consiglio Direttivo dell’Associazione, composto da un minimo di 5 (cinque) ed un massimo di 13 (tredici) membri, a seconda della quantità e qualità dei programmi da realizzare.
Essa tratta ogni argomento di interesse generale, purchè specificatamente iscritto nell’ordine del giorno e delibera su ogni argomento demandato dallo statuto semprechè posto all’ordine del giorno.
Essa approva il Bilancio annualmente presentato dal Consiglio Direttivo.
Essa approva eventuali proposte dei soci.
Essa approva a maggioranza assoluta le modifiche al presente statuto.
Per deliberare lo scioglimento dell’Associazione e la devoluzione del patrimonio, occorre il voto favorevole di almeno due terzi dei Soci Ordinari.
L’assemblea si riunisce almeno una volta l’anno e comunque per l’approvazione del rendiconto economico e finanziario riguardante l’attività istituzionale dell’associazione.
All’assemblea ogni socio, in regola col versamento delle quote sociali, può farsi rappresentare con delega scritta e firmata in originale da un altro socio, ma ciascun socio partecipante può essere investito al massimo di tre deleghe.
In prima convocazione le deliberazioni sono prese con la presenza di almeno due terzi degli iscritti, deleghe comprese. In seconda convocazione, la deliberazione è valida qualunque sia il numero degli iscritti presenti.
L’assemblea è convocata dal Presidente entro i 15 giorni precedenti il suo svolgimento mediante comunicazione ai soci.
L’assemblea può essere convocata in via straordinaria in caso d’urgenza dal Presidente su decisione dello stesso o di un terzo dei soci.
Il Presidente può invitare a partecipare all’assemblea, senza diritto di voto, anche persone non socie.
Inoltre, partecipano all’assemblea, sempre senza diritto di voto, gli accompagnatori dei soci che eventualmente necessitino di tale figura.

Art. 12 (Consiglio Direttivo)
Il consiglio direttivo dura in carica tre anni e può essere rieletto.
Nomina, al suo interno, il Presidente, il segretario ed il Tesoriere.
Il consiglio si riunisce tutte le volte che il Presidente lo ritenga necessario o che ne sia fatta richiesta almeno da due dei suoi membri e comunque, obbligatoriamente, almeno una volta l’anno per deliberare sulle iniziative da intraprendere per il raggiungimento dei fini statutari. Il consiglio delibera con il voto favorevole della maggioranza; in caso di parità prevale il voto del Presidente.
Spetta al Consiglio compiere ogni atto di amministrazione della Diabaino, approntare, cntro il mese di marzo, il bilancio consuntivo del precedente esercizio chiuso al 31 dicembre di ogni anno ed, entro il mese di dicembre, il bilancio preventivo del futuro esercizio, deliberare su ogni argomento sottoposto al suo esame, prendere ogni iniziativa necessaria a rendere operanti le delibere dell’assemblea degli associati.
Il consigliere che risulti assente alle riunioni per tre volte consecutive, senza giustificato motivo, sarà considerato decaduto. Sarà chiamato a sostituirlo, per cooptazione, un altro socio.
Qualora la metà dei consiglieri dovessero essere decaduti si dovrà procedere alla convocazione della nuova assemblea per procedere alla nomina del nuovo Consiglio.
La validità delle riunioni del Consiglio sarà documentata da apposito verbale firmato dal Presidente e dal Segretario.
Il Consiglio nomina i componenti del Comitato Scientifico, organo istituito per eventuali consulenze tecniche di carattere sanitario.

Art. 13 (Presidente)
Il Presidente ha fa rappresentanza legale e morale dell’associazione.
Egli presiede l’assemblea dei soci ed è il garante della realizzazione dei programmi dell’associazione secondo le finalità del presente statuto.
Egli è responsabile del funzionamento della Diabaino ed è tenuto a non consentire senza preventiva autorizzazione del Consiglio Direttivo alcuna spesa eccedente i limiti del bilancio.
Assegna gli incarichi di consulenza scientifica e ne fissa i compensi.

Art. 14 (Tesoriere)
Il Tesoriere è nominato e revocato dal Consiglio Direttivo.
È responsabile della tenuta della contabilità secondo la legge italiana. Procede ad acquisti e pagamenti sulla base delle disponibilità in effetti esistenti al momento dell’esecuzione delle spese. In concorso con il Presidente può accendere in nome dell’associazione conto correnti bancari e postali

Art. 15 (Segretario)
Il Segretario è nominato dal Consiglio Direttivo su proposta del Presidente e partecipa alle sedute dell’Assemblea e del Consiglio; cura la redazione e la tenuta regolare dei verbali delle sedute dell’Assemblea e del Consiglio; è responsabile dell’ufficio di segreteria, che deve essere retto ed organizzato secondo criteri di efficienza, economicità e trasparenza; cura la concreta esecuzione delle delibere del Consiglio Direttivo coadiuvando nelle sue funzioni il Presidente agendo sotto il suo diretto controllo e responsabilità.

Art. 16 (Collegio dei Probiviri)
Il Collegio dei Probiviri è composto dal Presidente e da due membri effettivi, di cui uno con funzioni di segretario e due supplenti tutti nominati dall’assemblea dei soci su proposta del Presidente.
I Probiviri possono essere persone estranee alla Diabaino.
La convocazione avviene a cura del Presidente quando necessario.

Art. 17 (Collegio dei Revisori)
Il Collegio dei revisori è composto dal Presidente e da due membri effettivi, nonché da due supplenti, tutti nominati dall’assemblea dei soci.
I Revisori possono essere persone estranee alla Diabaino.
Il Collegio dei Revisori esercita la vigilanza contabile dell’Associazione, i suoi componenti durano in carica tre anni e possono essere rieletti.

Art. 18 (Giunta di Presidenza)
La Giunta di Presidenza è un organo collegiale che traccia l’indirizzo operativo dell’Associazione, realizza gli obiettivi fissati dallo Statuto e dall’assemblea dei soci. Essa è composta dal Presidente Onorario, dal Presidente e dal Tesoriere.
Alle riunioni della Giunta possono essere chiamati a presenziare, secondo le loro specifiche competenze professionali, gli altri consiglieri o esperti anche esterni.

Art. 19 (Presidente Onorario)
Il Presidente Onorario è nominato dall’assemblea dei soci tra un socio di chiara fama nel campo diabetologico. L’incarico è gratuito ed a tempo indeterminato salvo dimissioni o revoca da parte dell’assemblea dovuta ad indegnità.
Essa coadiuva il Presidente nelle sue funzioni ed autorizza le spese per importi superiori al milione.

Art. 20 (Esercizio finanziario)
L’esercizio finanziario ha inizio il 1 gennaio e termine il 31 dicembre di ogni anno.
Il primo esercizio avrà termine il 31 dicembre 2000.

Art. 21 (Rinvio)
Per quanto non espressamente disciplinato dal presente statuto, si rinvia alle disposizioni di legge italiane e, in mancanza, allo statuto nazionale del FAND.