Una sana alimentazione per invecchiare in salute.

                                                 Il diabete e i carboidrati

La terapia alimentare  rappresenta una componente essenziale della gestione della malattia diabetica e del  suo auto-controllo (Diabetes Care, suppl. 1, 2005) Ed  è fondamentale per ottenere un buon controllo metabolico nei pazienti diabetici..
Pianificare la dieta  risulta comunque difficile anche per i pazienti più motivati (DCCT)

I CHO sono ritenuti i maggiori responsabili dell’andamento glicemico, l’escursione glicemica varia nei diversi pasti in relazione al contenuto di CHO.
Per tale motivo l’apporto di CHO dovrebbe essere mantenuto costante .
Può accadere per scelta o per necessità che la quantità di CHO assunti in un pasto  sia diversa   da quella solita.
In questo caso per evitare escursioni glicemiche (ipo o Iperglicemia)dopo i pasti, è opportuno variare anche la dose di insulina che si inietta prima di ogni pasto.
Proprio per sapere come comportarsi in questi casi è stato messo a punto di Calcolo basato sul conteggio dei CHO.
La persona con il diabete, opportunamente istruita dovrebbe imparare a conoscere e distinguere i CHO, e quantificare l’ammontare dei CHO che assume durante i pasti, può tranquillamente variare nell’arco di una intera giornata o in  occasione di  un singolo pasto, la propria alimentazione, e quindi automaticamente deve anche sistemare la dose di insulina, come il suo diabetologo gli avrà suggerito.

<B>Primo passo: riconosciamo i carboidrati</B>
I nutrienti si suddividono in 3 grandi categorie: carboidrati, lipidi e proteine, più una quarta, costituita dall’alcool, che non rappresenta un nutriente vero e proprio ma che fa parte da millenni della cultura alimentare dell’uomo. le proteine sono presenti principalmente nella carne, nel pesce, nell’uovo, nel latte e nei sui derivati e costituiscono i mattoncini con cui vengono assemblate le strutture corporee. i grassi possono essere di origine vegetale (olio di oliva o di semi) o animale (latte e suoi derivati, grassi  invisibili della carne e derivati della macellazione: lardo, strutto, insaccati, ecc.) e rappresentano per l’organismo una importante riserva di energia, oltre che essere indispensabili per la struttura delle membrane cellulari e per la sintesi  di  diversi ormoni .
i carboidrati rappresentano il carburante del nostro organismo e necessitano per la loro utilizzazione da parte della maggior parte dei tessuti corporei sull’ormone insulina. sono presenti nei vegetali (cereali, patate, frutta) e il loro contenuto nei diversi alimenti può  variare da praticamente (es. olio) nulla fino alla quasi totalità (es. zucchero).

Per semplicità si usa suddividere gli alimenti in gruppi
• latte e latticini
• pane e pasta (pane, grissini, crackers, biscotti, pasta, riso, polenta, ecc,)
• verdure
• frutta (titti i tipi di frutta)
• carne, pesce, uova
• condimenti
• Ilegumi (fagioli, fave, piselli, ceci, lenticchie)

soltanto i gruppi in corsivo sono da considerare per la conta dei cho, gli altri alimenti, pur potendo contenere piccole quantità di cho, non sono in grado da soli di influenzare significativamente la glicemia.

Secondo passo: impariamo a conoscere quali alimenti considerare</B>
Impariamo a riconoscere i carboidrati. una volta individuati gli alimenti da prendere in considerazione ci resta da sapere “quanto valgono”, cioè quale è il loro contenuto percentuale di carboidrati.

Terzo passo: contiamo i carboidrati a tavola</B>
per poter calcolare la quantità di cho complessiva di un pasto è anzitutto indispensabile avere una stima il più possibile  precisa delle quantità degli alimenti. questo non significa pesare la pasta asciutta o il panino o la mela. sarà sufficiente un po di pazienza per impratichirci e allenare l’occhio. A casa, peseremo per alcuni giorni alcune porzioni di pasta  a crudo e provvederemo a scodellarle nei piatti per valutare l’effetto ottico (quanto riempe rispetto al bordo). allo stesso modo, provvederemo a pesare diversi tipi di pane e di  frutta . per i cibi confezionati basterà fare attenzione alle etichette che per legge devono riportare il peso e il contenuto in cho per 100 grammi di prodotto.
Qando ci sentiremo sufficientemente bravi, potremo cominciare a trascrivere su un taccuino le quantità stimate dei singoli alimenti consumati  e a procedere moltiplicando la quantità stimata per il contenuto dei cho per 100 grammi.
basterà dividere il risultato per 100 e avremo la quantità di cho effettivamente contenute in quella porzione.

Esempio
pasta al pomodoro   80 gr                           80 x 72: 100  uguale 57,6
parmigiano un cucchiaino
pollo arrosto            120 gr
patate fritte              200 gr                         200 x 30 : 100 uguale 60
olio di oliva un cucchiaino
pane                                    50 gr                            50 x 60: 100  uguale 30 
vino rosso un bicchiere
una mela                       150 gr                          150 x 12: 100 uguale 18

quarto passo: calcoliamo quanta insulina e’ necessaria

individuare la quantita’ di cho che il nostro organismo e’ in grado di metabolizzare con una unita’ di insulina.
questo valore definito : rapporto insulina /cho si situa tra 6 e 15.
e’ buona norma partire con il valore piu’ basso 1: 15 e poi  eventualmente andare a salire,.

esempio:
se il nostro rapporto cho/insulina sia pari a  12 non dobbiamo fare altro che dividere la quantita’ di cho assunta con il pasto per il vostro rapporto  ibsulina /cho e avremo il numero di unita’ di  insulina 
necessarie.
cioe’ 165,6 gr: 12 uguale 13,8 i. u.    che arrotonderemo a 14 senza problemi

esiste un metodo semplice ed efficace per arivare alla soluzione : basta dividere un numero fisso (1500 per chi usa la rapida, 1800 per chi usa l’analogo)per il numero totale di unita’ giornaliere .
il risultato rappresentera’ la quantita’ in mg/dl  di calo glicemico ottenibile aggingendo una unita’.

se prima di un pasto al controllo troviamo 180 essendo il nostro obietivo di glicemia  preprandiale un valore compreso tra i 90 e 120 mg/dl ci troviamo difronte ad una eccedenza di circa 60 mg/dl.

calcoliamo la nostra sensibilita’ all’insulina
poniamo che il nostro fabbisogno giornaliero insulinico medio sia di 58 unita’ e che noi usiamo un analogo di rapida:
1899: 58 uguale a 31 (calo previsto in mg/dl della glicemia per unita’ aggiunta)

60: 31 uguale 1,935   (diciamo 2)
dovremo quidi aggiungere 2 unita’ al  nostro fabbisogno insulinico stimato

14 + 2 uguale 16 i.u.

Individuazione Rapporto
Insulina/Carboidrati
Bolo insulina  al singolo pasto
CHO 180 g 18 U Insulina
180 : 18= 10 g

infatti l’aumento post prandiale della glicemia dopo un  pasto misto  è   legato  principalmente
al  quantitativo  di carboidrati nel cibo  introdotto.
I carboidrati sono i maggiori responsabili dell’andamento della glicemia
Il 90-100% dei CHO entra in circolo sotto forma di glucosio 20-90’ dopo il pasto
Il glucosio prodotto dai lipidi e dalle proteine compare solo dopo molte ore dal pasto
L’indice glicemico, il contenuto di fibre e l’apporto calorico del pasto non incidono sulla richiesta insulinica preprandiale

Cosa è il  calcolo dei Carboidrati?

Consiste in una serie di tecniche basate sull’apprendimento e l’’esperienza personale che ci permettono  alla fine di un percorso formativo di abbinare la giusta dose di insulina  alla quantità effettiva di carboidrati consumati in ciascun pasto.
Il risultato  sarà quello di ottenere valori glicemici più stabili e ridurre il rischio di ipoglicemie.
Sapere riconoscere gli alimenti che contengono i CHO
conoscere la quantità  di Carboidrati contenuta in ciascun  alimento.
      Saper valutare il peso di ogni razione di cibo
Calcolare la dose di insulina secondo il rapporto insulina/CHO

 Calcolo dei carboidrati: perchè
1. Consente l’ottimizzazione della terapia in base al concetto che 1U di insulina metabolizza da 5 a 20g di CHO
2. Consente la gestione da parte del paziente della propria dieta e terapia
3. Non esclude una pianificazione con il paziente sia nella normale gestione che in presenza di attività fisica

a cura  Gabriella Violi Dietista